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Il volume, curato da Ferdinando Testa, raccoglie i contributi di Sergio Fermariello, Silvana Lucariello, Tiziana Menna, Maurizio Nicolosi, Edoardo Scognamiglio e Ferdinando Testa su temi, antichi e contemporanei, quali la memoria e l'anima, la vita e la morte. L'onnipotenza del pensiero tecnico-scientifico ha oggi assunto il dominio dell'anima, intesa come archetipo dell'esistenza e della capacità immaginativa, imponendo all'uomo, deprivato della propria creatività, la mera imitazione e una drammatica solitudine dinanzi all'ignoto e all'irrazionale. Recuperare la dimensione dell'anima significa pertanto restituire all'immaginazione la sua centralità nella vita dell'individuo. Alla memoria compete la funzione di preservare l'anima affinché essa non si perda nel mondo del collettivo e del sociale, ma conservi autonomia e indipendenza. In tale senso occorre rivolgere attenzione e cura non solo alla soggettività umana, ma anche alla sempre più sofferente anima mundi, principio unificante e conciliante lo spirituale e il materiale.